Striscia di Gaza.
Jehad è un atleta di parkour che quotidianamente si allena e prepara dei ragazzi perché migliorino le loro prestazioni in una disciplina per cui la loro formazione sportiva è internazionalmente nota.
Intorno a loro, la distruzione.
Firenze.
Abdallah, che ne è stato l’esponente di punta, ha deciso di venire in Europa e ora vive in una situazione precaria a Firenze nella speranza di potersi far conoscere e sfondare su un piano professionistico.
Il film di Emanuele Gerosa non è il classico documentario su due atleti che
hanno le stesse origini ma hanno inizialmente compiuto scelte diverse.
È qualcosa di più.
È la sintesi della vita di un popolo che vive sotto apartheid, perché i salti e le acrobazie spericolate di questi ragazzi e giovani uomini avvengono in una condizione in cui (e qui viene esplicitamente detto) non sono solo gli israeliani ad impedirne la libertà ma anche gli arabi.
La sensazione di incertezza è dominante e viene veicolata da questi due protagonisti che hanno avuto lo stesso sogno: andarsene per ricominciare.
Il primo lo ha fatto e ha lasciato dietro di sé una scia di rimpianto e anche un
po’ di senso di essere stati abbandonati da parte dei suoi allievi.
Il secondo sente la responsabilità dell’insegnamento ma, al contempo, anche il bisogno di realizzarsi altrove.
Mercoledì 8 ottobre
ore 21:30
A seguire, dibattito.
Ingresso a sottoscrizione con Tessera Arci
Sottoscala9 – Via Isonzo, 194 (LT)
